Negli ultimi vent’anni, le differenze nella salute e nella speranza di vita negli Stati Uniti sono diventate sempre più marcate. Queste disuguaglianze, spesso legate al luogo di residenza, alle condizioni economiche e all’identità razziale ed etnica, hanno raggiunto livelli preoccupanti. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet ha evidenziato come tali differenze abbiano diviso il paese in dieci popolazioni mutuamente esclusive, denominate dagli autori “Le Dieci Americhe”.
Questa classificazione è un tentativo di mappare le disuguaglianze sanitarie in base a una combinazione di fattori geografici, socioeconomici e demografici. Ogni gruppo rappresenta un microcosmo della società americana, mostrando come la salute possa variare drasticamente in base a dove si vive, a quanto si guadagna e a quale sia il proprio background culturale e razziale.
La speranza di vita: un indicatore chiave
La speranza di vita è uno degli indicatori più affidabili dello stato di salute di una popolazione. Nel 2000, il divario nella speranza di vita tra le “Dieci Americhe” era già significativo, pari a 12,6 anni. Tuttavia, nel 2021, questo divario è cresciuto fino a 20,4 anni, un dato che riflette un peggioramento delle disuguaglianze, accentuato ulteriormente dalla pandemia di COVID-19.
Nel 2021, gli americani di origine asiatica hanno registrato la speranza di vita più alta, pari a 84 anni. All’estremo opposto dello spettro, gli indigeni americani e gli abitanti dell’Alaska (AIAN) residenti nell’Ovest hanno avuto una speranza di vita di soli 63,6 anni. Questa differenza di oltre due decenni rappresenta una delle più grandi disparità di salute registrate nel mondo sviluppato.
Le principali tendenze e i gruppi più colpiti
Tra il 2000 e il 2010, la speranza di vita è aumentata in nove delle dieci Americhe, riflettendo i progressi nella medicina, nella tecnologia e nelle politiche sanitarie. Tuttavia, dal 2010 al 2019, questo trend si è rallentato considerevolmente, con miglioramenti osservati solo in sei gruppi. Nel 2020, il primo anno della pandemia, la speranza di vita è diminuita in tutte le Americhe, con le comunità AIAN dell’Ovest che hanno subito il calo più drammatico: una perdita di 6,6 anni in soli due anni.
Le comunità AIAN sono state colpite in modo sproporzionato dalla pandemia, ma il COVID-19 ha solo esacerbato problemi già esistenti. Queste popolazioni affrontano da decenni una serie di sfide sistemiche che perpetuano le disuguaglianze socioeconomiche e sanitarie. La mancanza di accesso a cure mediche di qualità, il sottofinanziamento cronico dei servizi sanitari dedicati, alti tassi di disoccupazione e bassi livelli di istruzione contribuiscono a un rischio maggiore di mortalità per malattie prevenibili, overdose e COVID-19.
Disuguaglianze razziali e geografiche
Lo studio ha identificato profonde disparità nella speranza di vita tra i vari gruppi razziali ed etnici, influenzate anche dalla localizzazione geografica e dal reddito. Ad esempio, gli afroamericani che vivono in aree rurali e a basso reddito nel Sud (America 9) e in città altamente segregate (America 7) hanno visto lievi aumenti della speranza di vita fino al 2010, seguiti però da un arresto nei progressi negli anni successivi. Questo stagnamento riflette una combinazione di fattori, tra cui l’accesso limitato alle cure mediche, alti tassi di malattie croniche e una maggiore esposizione ai rischi ambientali.
Un altro esempio significativo riguarda gli asiatici americani, che, nonostante abbiano la speranza di vita più alta tra tutti i gruppi, non sono immuni da disuguaglianze. Gli asiatici che vivono in comunità a basso reddito o altamente segregate possono sperimentare risultati sanitari significativamente peggiori rispetto a quelli che vivono in aree più benestanti.
Cosa guida queste disuguaglianze?
Le differenze nei livelli di istruzione e reddito spiegano solo in parte le disuguaglianze nella speranza di vita. Ad esempio, i bianchi, gli asiatici e gli AIAN residenti in contee con redditi più alti (America 3) non hanno sempre mostrato una corrispondente alta speranza di vita. Questo suggerisce che altri fattori, come le disparità nell’accesso alle cure sanitarie o le politiche pubbliche, giocano un ruolo cruciale.
Un altro elemento importante è il contesto ambientale. Molte comunità svantaggiate vivono in aree con alti livelli di inquinamento, esposizione a sostanze tossiche e scarsa disponibilità di spazi verdi. Questi fattori ambientali possono contribuire a un aumento delle malattie croniche, come asma, diabete e problemi cardiovascolari, riducendo ulteriormente la speranza di vita.
L’impatto della pandemia di COVID-19
La pandemia ha avuto un effetto devastante su tutte le popolazioni americane, ma ha colpito in modo sproporzionato le comunità già vulnerabili. Secondo i dati, le comunità AIAN hanno sperimentato tassi di mortalità per COVID-19 superiori a quelli di qualsiasi altro gruppo razziale o etnico. Questo è dovuto non solo a una maggiore prevalenza di condizioni di salute preesistenti, ma anche a una mancanza di accesso a risorse essenziali, come test diagnostici, vaccini e cure ospedaliere.
Allo stesso modo, gli afroamericani e i latini hanno visto un calo significativo della speranza di vita durante la pandemia, in parte a causa del loro ruolo predominante in settori lavorativi essenziali, che li ha esposti maggiormente al virus, e delle disuguaglianze sistemiche che hanno limitato il loro accesso a cure tempestive ed efficaci.
Un appello all’azione
Secondo il professor Christopher JL Murray, direttore dell’Istituto per le Metriche della Salute e la Valutazione (IHME), “le disuguaglianze nella salute riflettono una distribuzione ineguale e ingiusta delle risorse e delle opportunità. È necessario un intervento coordinato per promuovere un accesso equo a cure sanitarie, istruzione e opportunità lavorative”.
Le politiche pubbliche giocano un ruolo fondamentale nel ridurre queste disuguaglianze. Ad esempio, programmi come l’espansione dell’Affordable Care Act hanno dimostrato di migliorare l’accesso alle cure per milioni di americani. Tuttavia, ulteriori investimenti sono necessari per affrontare le cause profonde delle disuguaglianze, come la povertà, il razzismo sistemico e l’iniquità nell’istruzione.
Lo studio rappresenta un monito per i responsabili delle politiche pubbliche: senza un approccio integrato che includa misure preventive e iniziative di salute pubblica, il divario nella speranza di vita difficilmente potrà ridursi. Solo affrontando le cause profonde delle disuguaglianze sarà possibile costruire una società più equa e sana per tutti gli americani.
Le disuguaglianze nella salute negli Stati Uniti sono un problema complesso e multidimensionale che richiede un intervento sistemico. La divisione del paese in “Dieci Americhe” evidenzia come fattori economici, geografici e razziali interagiscano per determinare le differenze negli esiti sanitari. Mentre alcune comunità godono di una qualità di vita paragonabile a quella delle nazioni più avanzate, altre affrontano sfide sanitarie paragonabili a quelle dei paesi in via di sviluppo.
Affrontare queste disuguaglianze è una questione di giustizia sociale e di sostenibilità. Solo attraverso politiche inclusive, investimenti mirati e un impegno collettivo sarà possibile garantire che ogni americano, indipendentemente dalla sua origine o dal suo luogo di residenza, possa vivere una vita lunga e sana.
Per maggiori informazioni, consultare l’articolo originale pubblicato sul sito del Global Burden of Disease.