Nel 2022 in Toscana il tumore del polmone ha causato rispettivamente nelle donne e negli uomini 195 e 541 anni di vita vissuti con disabilità (YLD), corrispondenti a circa 9 e 25 YLD su 100.000 persone. Di questi, circa il 53% nelle donne ed il 66% negli uomini sono stati causati dal fumo.
Questi dati provengono dallo studio ACAB (Attributable Cancer Burden in Tuscany), un progetto finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del Bando Ricerca Salute 2018 condotta dall’Istituto per lo Studio e la Prevenzione e la Rete Oncologia (ISPRO) di Firenze, in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Azienda Sanitaria Locale Toscana Centro. L’analisi mette in luce il contributo rilevante del consumo di tabacco all’onere della malattia, confermando il ruolo centrale del tabagismo nello sviluppo della patologia.
Lo studio, in parte basato su soluzioni metodologiche del Global Burden of Disease Project, si basa sui dati del Registro Tumori della Regione Toscana (RTRT), che copre tutta la popolazione residente nella regione, e su indagini sanitarie condotte a livello locale, comprese quelle relative alla prevalenza del consumo di tabacco. Gli YLD sono un indicatore che misura gli anni vissuti con disabilità a causa di malattie croniche, come il tumore al polmone, e rappresentano una metrica cruciale per valutare la riduzione della qualità della vita in una popolazione.
Fra i punti di forza dello studio vi è quello di aver sviluppato una metodologia che può essere applicata in altri contesti, quali altre aree geografiche o per lo studio di altre patologie o di altri fattori di rischio. Secondariamente, vi è l’utilizzo di dati aggiornati e il più possibile locali e, infine, l’aver preso in considerazione tutte le fonti di incertezza.
In particolare, per stimare la distribuzione della popolazione fra ex fumatori e non, i ricercatori hanno applicato un modello statistico di regressione bayesiano, un approccio avanzato che ha consentito di ottenere stime specifiche per età, sesso e area geografica con associata una misura di incertezza. È stato inoltre sviluppato un modello per simulare la distribuzione dei fumatori per pack-years, una misura che permette di tenere di conto sia dell’intensità che della durata dell’abitudine a fumo. Analogamente, nel considerare il rischio associato alla passata abitudine al fumo, è stato tenuto in considerazione e opportunamente modellato il tempo dalla cessazione del fumo. Per stimare la proporzione di casi attribuibili al tabagismo è stato poi utilizzato il PAF (Population Attributable Fraction), una misura che stima la percentuale di casi di malattia che potrebbe essere prevenuta in assenza dell’esposizione al fattore di rischio. Per il tumore al polmone, il PAF è risultato particolarmente elevato, soprattutto tra gli uomini, indicando l’urgenza di interventi preventivi mirati.
Un altro elemento fondamentale dello studio è stata l’applicazione di pesi di disabilità specifici per ciascuna fase del tumore al polmone, che includono la diagnosi iniziale, la terapia primaria, le metastasi e la fase terminale della malattia. Questi pesi, anch’essi con associata misura di incertezza, riflettono la gravità della disabilità in ciascuna fase e sono stati determinanti nel calcolo degli YLD. Ad esempio, i pazienti nelle fasi avanzate della malattia sperimentano una disabilità molto maggiore rispetto a quelli nelle fasi iniziali, a causa della progressiva perdita di funzionalità fisica e dell’intensità dei trattamenti.
L’utilizzo di dati locali ha permesso di produrre una stima a livello sub-regionale, rivelando una lieve variabilità geografica nella distribuzione degli YLD correlati al tumore al polmone in Toscana. Alcune aree, come le zone rurali o quelle con una prevalenza storica di lavoratori esposti a fattori ambientali nocivi, presentano tassi significativamente più elevati di disabilità rispetto alle aree urbane.
Nel contesto toscano, questi dati si rivelano essenziali per la pianificazione sanitaria, in quanto permettono di stimare con dati aggiornati e locali, non solo l’impatto complessivo della malattia e l’eventuale attribuzione al fumo, ma anche le disuguaglianze geografiche suggerendo la necessità di interventi preventivi mirati a livello locale, come campagne di sensibilizzazione sul fumo, programmi di cessazione del tabagismo e politiche per ridurre l’esposizione ad altri fattori di rischio.
L’obiettivo a lungo termine è ridurre ulteriormente l’esposizione al tabacco nella popolazione e diminuire il peso del tumore al polmone, contribuendo a migliorare la qualità della vita e riducendo i costi sanitari associati alla gestione di questa malattia.