Il fumo è il principale fattore di rischio comportamentale per la mortalità a livello globale, responsabile di oltre 175 milioni di decessi e di quasi 4,30 miliardi di anni di vita persi (YLL) dal 1990 al 2021. Il ritmo del declino della prevalenza del fumo è rallentato negli ultimi anni per molti paesi e, sebbene siano state recentemente proposte strategie per raggiungere generazioni senza tabacco, nessuna è stata implementata fino ad oggi. Questo è quanto emerge dalla recente analisi del Global Burden of Disease pubblicata su Lancet Public Health. Valutare cosa potrebbe accadere se le attuali tendenze nella prevalenza del fumo persistessero e cosa potrebbe accadere se si verificassero ulteriori riduzioni della prevalenza del fumo è importante per comunicare l’effetto di potenziali politiche sul fumo.

Gli anni di vita persi

Il mondo si trova oggi ad affrontare sfide sanitarie complesse e di vasta portata. Uno degli indicatori più allarmanti di queste problematiche è rappresentato dagli anni di vita persi (YLL), un parametro che misura gli anni di vita potenzialmente persi a causa di morti premature rispetto all’aspettativa di vita media alla nascita. Questo indicatore riflette in modo diretto l’impatto delle malattie e dei decessi prematuri sulle popolazioni.
Nel 2022, a livello globale, sono stati persi 1020 milioni di YLL tra gli uomini e 757 milioni tra le donne, con stime che indicano un ulteriore aumento entro il 2050. Si prevede infatti che i YLL raggiungeranno 1040 milioni tra gli uomini e 816 milioni tra le donne entro tale anno, portando così a un totale accumulato impressionante di 52 miliardi di YLL tra il 2022 e il 2050. Questo dato rappresenta una sfida sanitaria globale senza precedenti.
Tuttavia, un aspetto importante da considerare è che l’incremento di YLL è in gran parte attribuibile all’aumento della popolazione mondiale e al suo progressivo invecchiamento. In effetti, nonostante la crescita assoluta del numero di YLL, i tassi standardizzati per età (che consentono di confrontare diverse popolazioni tenendo conto delle differenze nella struttura per età) mostrano una tendenza favorevole, con una diminuzione prevista nel tasso globale di YLL. Per gli uomini, il tasso dovrebbe scendere da 26.531 YLL per 100.000 persone nel 2022 a 17.113 nel 2050; mentre per le donne, si prevede un calo da 18.919 YLL a 12.449 per 100.000 persone.

Le Principali Cause di Anni di Vita Persi: Il Peso delle Malattie Non Trasmissibili
La maggior parte degli anni di vita persi sarà il risultato delle malattie non trasmissibili (NCD), che rappresenteranno una quota preponderante degli YLL. Per le donne, si stima che le NCD saranno responsabili del 68% degli YLL, mentre per gli uomini la percentuale sarà del 64%. Le malattie cardiovascolari e i tumori saranno le principali cause di morti premature. Le previsioni indicano che, tra il 2022 e il 2050, le malattie cardiovascolari porteranno a un totale cumulato di 12 miliardi di YLL, mentre i tumori ne causeranno 9 miliardi.
Le malattie non trasmissibili, spesso associate a stili di vita moderni e a fattori di rischio comportamentali come il fumo, l’inattività fisica, la cattiva alimentazione e il consumo di alcol, continuano a rappresentare una delle più grandi sfide per la salute pubblica, proprio perché rappresentano fattori di rischio evitabili. Ridurre l’incidenza di queste malattie richiede interventi su vasta scala che affrontino sia i fattori di rischio comportamentali che le disuguaglianze sociali e sanitarie.

L’impatto Del Fumo: Un’Opportunità di Salute Pubblica
Tra i fattori di rischio evitabili, il più importante in termini di carico di malattie e anni di vita persi è il fumo. Le nuove stime del Global Burden of Diseases mostrano che, se il fumo venisse completamente eliminato nel 2023, il mondo potrebbe evitare oltre 2 miliardi di YLL tra il 2022 e il 2050, con 1,7 miliardi di YLL evitabili tra gli uomini e 341 milioni tra le donne. I dati qui presentati non prendono in considerazione i nuovi prodotti (sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato) né il fumo passivo.

Le regioni del mondo che trarrebbero i maggiori benefici da questa riduzione del consumo di tabacco sono l’Asia orientale, con 708 milioni di YLL evitabili, e l’Asia meridionale, con 385 milioni di YLL evitabili. In queste aree, la prevalenza del fumo e delle malattie ad esso correlate è particolarmente elevata, contribuendo a tassi elevati di mortalità prematura. n Italia si potrebbero evitare 11 milioni di YLL” (sono 2.84 milioni per le donne e 8.14 per gli uomini).
Eliminare il fumo rappresenterebbe quindi un enorme progresso per la salute pubblica globale.
Nel caso in cui l’eliminazione del fumo fosse posticipata al 2050, sarebbe comunque possibile evitare 735 milioni di YLL tra gli uomini e 141 milioni tra le donne, ma molti dei benefici in termini di vite salvate si vedrebbero solo dopo il 2040. Questo evidenzia l’importanza di agire tempestivamente per massimizzare i risultati in termini di prevenzione delle morti premature.
Le principali malattie che contribuirebbero agli YLL evitabili legati al fumo sono i tumori, le malattie cardiache ischemiche e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), che insieme rappresentano l’85% degli YLL evitabili. Tra i tumori, il cancro del polmone ha un peso particolarmente rilevante e rappresenta il 63% degli YLL evitabili associati al cancro.

L’aumento dell’Aspettativa di Vita: Un Effetto Collaterale Positivo
L’eliminazione del fumo non solo ridurrebbe gli anni di vita persi, ma avrebbe anche un impatto significativo sull’aspettativa di vita globale. Dal 1990 al 2022, l’aspettativa di vita alla nascita è già aumentata di circa 8 anni sia per le donne che per gli uomini. Si prevede che questa tendenza continuerà, con un aumento dell’aspettativa di vita fino a 76,1 anni per gli uomini e 80,6 anni per le donne entro il 2050.
Se il fumo fosse eliminato già nel 2023, l’aspettativa di vita globale salirebbe ulteriormente, raggiungendo i 77,6 anni per gli uomini e gli 81,0 anni per le donne. Questo miglioramento sarebbe particolarmente evidente in regioni come l’Asia orientale, l’Europa orientale e l’Asia centrale, dove gli uomini vedrebbero un guadagno di circa 2,6 anni di vita. Anche le donne, specialmente in regioni come il Nord America e l’Oceania, registrerebbero un significativo incremento dell’aspettativa di vita. In Italia l’aspettativa di vita prevista per il 2050 è di 83,5 anni per gli uomini e 87,0 per le donne. Se il fumo fosse eliminato nel 2023, l’aspettativa di vita prevista per il 2050 crescerebbe a 84,5 anni per gli uomini e 87.4 per le donne.

Il commento di Silvano Gallus, epidemiologo dell’Istituto Mario Negri di Milano, è netto: “Alla luce di queste proiezioni, viene spontaneo chiedersi come si possa ancora tollerare la libera circolazione e vendita di un prodotto che provoca disabilità e morte per la maggior parte dei suoi consumatori. Cosa stiamo aspettando per abolire il tabacco e la nicotina, mettendo così fine a questa vera e propria pandemia? È frustrante e profondamente triste constatare che la risposta risiede negli interessi commerciali di pochi.”