Le malattie cardiovascolari (CVDs) sono ancora oggi la causa principale di mortalità, morbilità e disabilità in Europa. Le CVDs sono responsabili del 45% delle morti e causano ogni anno 3,9 milioni di morti in Europa. Anche in Italia le CVDs mantengono il primato come causa di morte, morbilità e disabilità. Tuttavia i dati relativi all’epidemiologia e al carico di salute delle principali malattie cardiovascolari rimangono frammentati e disomogenei. I dati risultano persino più frammentati per CVDs rilevanti come l’aneurisma aortico addominale, lo scompenso cardiaco e la fibrillazione atriale.
Un’analisi della prevalenza, mortalità e del carico di salute associato alle CVDs in Italia dal 1990 al 2017 è stata condotta usando le stime del Global Burden of Diseases (GBD) project al fine colmare la necessità di stime aggiornate, complete e standardizzate.
Tutti i dati accessibili dal GBD 2017 sono stati utilizzati per stimare la prevalenza, la mortalità e il carico di malattia di 11 condizioni cardiovascolari: malattia reumatica cronica cardiaca, cardiopatia ischemica, ictus, cardiopatia ipertensiva, cardiomiopatie e miocarditi, fibrillazione e flutter atriale, aneurisma aortico, malattia vascolare periferica, endocarditi, malattie non-reumatologiche delle valvole cardiache e altre malattie cardiovascolari e circolatorie. Per calcolare il carico di malattia, il GBD utilizza il Disability Adjusted Life Years (DALYs) una misura che permette di stimare la perdita di salute complessiva sommando gli anni di vita persi a causa della malattia con quelli vissuti con disabilità a causa della stessa. I dati del GBD sono stati utilizzati anche per valutare il rischio cardiovascolare attribuibile ai diversi fattori di rischio.
Dallo studio è emerso come dal 1990 al 2017 si sia assistito a una significativa riduzione del carico di salute associato alle CVDs. In particolare è stata osservata una riduzione della prevalenza (–12.7%), della mortalità (–53.8%) e dei DALYs (–55.5%), aggiustati per l’età. Queste riduzioni possono essere parzialmente attribuite ai risultati di una serie di interventi e cambiamenti osservati in Italia per la prevenzione e gestione delle CVDs. Tra questi si possono ricordare I programmi di prevenzione, politiche per un’alimentazione e uno stile di vita sano, il miglioramento delle metodiche di diagnosi e delle procedure ospedaliere e un miglioramento delle terapie farmacologiche.
Nonostante le riduzioni osservate, lo studio riportava anche un aumento da 5.75 milioni nel 1990 a 7.49 milioni nel 2017 dei soggetti affetti da CVDs in Italia. Inoltre le CVDs rimanevano la prima causa di morte, contando per il 34.8% di tutte le morti. Questi risultati potevano essere in parte spiegati dall’invecchiamento della popolazione italiana, da una crescita modesta della popolazione e da un aumento della sopravvivenza agli eventi cardiovascolari (grazie all’innovazione tecnologica).
Infine tra i risultati di questo studio bisogna sottolineare come più del 80% del carico di malattia attribuibile alle CVDs fosse risultato associato a fattori di rischio modificabili come l’elevata pressione sistolica, la dieta e gli elevati livelli di LDL.
In conclusione questo studio ha mostrato un declino della mortalità e dei DALYs associati alle CVDs, che riflette il successo nel ridurre la disabilità, le morti premature e l’incidenza precoce delle CVDs. Tuttavia, il carico di salute associato alle CVDs è ancora molto elevato. Un approccio che include la cooperazione e la coordinazione di tutti gli stakeholders del Servizio Sanitario Nazionale Italiano è necessario per ridurre ulteriormente l’impatto delle CVDs.
Cortesi PA, Fornari C, Madotto F, Conti S, Naghavi M, Bikbov B, the GBD 2017 Italy Cardiovascular Diseases Collaborators, Trends in cardiovascular diseases burden and vascular risk factors in Italy: The Global Burden of Disease study 1990–2017, European Journal of Preventive Cardiology, Volume 28, Issue 4, April 2021, Pages 385–396, https://doi.org/10.1177/2047487320949414